Come foglie nel vento

60 pagine; 6 racconti ambientati nel 1944 e nel 1945; 10 euro il prezzo; vincitore del premio libertà al concorso Città di Bobbio nel 2009; 1000 emozioni.

Sono questi i numeri del libro Come foglie nel vento di Alessandro Rossolini. Un libro piccolo, leggero, dal grande valore storico e culturale. Vi dico subito che ci troviamo davanti al lavoro di un autore che merita la lode. Alessandro Rossolini riesce a trasmettere le emozioni in modo particolare. Raccontando una verità intrisa di fantasia. Come precisa egli stesso nella Nota dell’autore, i racconti che compongono questo volume “…non raccontano la storia, intesa come ricerca d’archivio, verifica delle fonti, testimonianze e quant’altro. È più modestamente un intreccio di vicende ispirate alla realtà, con altre frutto di fantasia”. Non è facile. Ma Rossolini ci riesce benissimo.

Come foglie nel vento si compone di sei racconti: …Una notte di fine estate, …su al Passo del Nervo di Bue…, …sotto la Pietra dei lupi…, …alla fortezza del Sasso Grigio…, …le stelle e l’infinito… e …come foglie nel vento…

Sono sei racconti dedicati a “tutti i Partigiani d’Italia, di ieri di oggi e di domani”. Ed è facile intuire la storia che alberga dietro questo libro.

È quella di una guerra combattuta con sofferenza e dolore da tantissime persone. Una guerra che ha lacerato l’anima di un Paese come l’Italia. Una guerra atroce quanto inutile: la seconda guerra mondiale. E i partigiani durante quella guerra hanno giocato un ruolo fondamentale. Una parte necessaria, forse messa recentemente in discussione da qualcuno, ma comunque alla base di una risoluzione comunemente condivisa e in favore della pace.

Ma non è solo questo che si cela nelle pagine di Come foglie nel vento. Da questa bella raccolta di racconti, viene fuori anche un altro concetto. Viene fuori l’immagine della “libertà”. Una libertà stupenda, meravigliosa, ma difficile da raggiungere e da spiegare, come afferma anche lo stesso autore in un’intervista apparsa su Youtube.

Tra le colline della Valtrebbia, negli anni, rimasti come pieghe nella memoria di pochi, in cui gli Sten spaccavano la notte, il passo veloce rompeva il silenzio dei boschi e le granate dilaniavano la terra, figli di questa meravigliosa valle, scaraventati come foglie nel vento, si opposero alla tirannia nazi-fascista. Ribelli, sognatori, ragazzi che non volevano piegare la testa, uniti dal desiderio di vedere la loro patria finalmente libera, lasciarono le loro case e le poche certezze che avevano e scelsero la strada dei monti per cercare il riscatto d’Italia. Dal loro sacrificio nascono queste storie.