Nel baratro della violenza, di Elisabetta Bergamasco

Una storia vera…

Elena è una bambina che ha avuto un’infanzia difficile. Nasce in una famiglia povera, la madre è costretta ad affidarla ai nonni paterni. Nella sua prima tenera età trascorre momenti sereni con i nonni. All’età di sei anni viene affidata ai nonni materni per volere della madre in punto di morte. Da quel momento la sua vita sarà segnata da numerose sofferenze fisiche e psicologiche. Il male più profondo ed indelebile che segnerà per sempre la sua esistenza è la violenza carnale da parte di suo zio quando Elena era ancora una bambina di dieci anni.

«Un pomeriggio suo zio Tommaso la portò a casa della sua fidanzata per festeggiarne l’onomastico, si chiamava Orsola. Finita la cena, dopo le 22:00, tornarono a casa. Elena era molto stanca e voleva andare subito a letto; suo zio, che aveva bevuto parecchio, chiamò la bambina e con uno strattone la spinse nella sua camera da letto.

In un angolo c’era un quadro della Madonna della Neve e la foto di Arona, la madre defunta di Elena. Era stato in quella stanza che la povera donna aveva spirato, esalando l’ultimo respiro.
Sua nonna aveva capito qualcosa e chiese a suo figlio:
“Che cosa stai facendo?”

“Affari che non ti riguardano.” Rispose lui. Elena era impietrita, Tommaso girò la chiave nella serratura e rimasero soli. Lui cominciò a baciarla follemente su tutta la faccia, sugli occhi, sulla bocca e sui capelli.

La bambina, sbalordita da quella scarica di baci, cercava di evitarli scostando la testa e allontanando con le piccole mani le labbra avide di suo zio. La sua bocca emanava un cattivo odore di alcol, Tommaso era un gran bevitore di vino, liquori e birra. Elena non capiva il motivo di quel rapporto, una cosa che lui definiva gioco. In collegio non si faceva quel tipo di gioco, le suore le avevano insegnato ad essere timorosa e a vergognarsi del proprio corpo. Si chiedeva: “Che cosa fa? Perché è strano?”

In quel momento Elena si sentì invadere da un’ondata di paura, i suoi occhi erano rivolti alla foto della mamma. Era chiaro ormai che cosa voleva Tommaso; la bambina era in uno stato confusionale, le venivano in mente solo dettagli assurdi, che lei stessa non poteva comprendere, non in quel momento.» L’autore, Elisabetta Bergamasco è nata a Torre Annunziata nel 1954. Malgrado le sue vicissitudini oggi è serenamente sposata ed ha avuto due figlie. Si definisce una persona semplice, decisa, solare e positiva. Le sue professioni le hanno dato e continuano a darle grandi soddisfazioni; è una stilista e sarta professionale, realizza bamboline di stoffa su commissione, crea profumi diversi e personalizzati su richiesta dei propri clienti, basandosi sul loro carattere. La scrittura per lei rappresenta uno spazio surreale, un luogo di pace e libertà, che ricarica e purifica l’anima.